La professionalità docente e la qualità della didattica, fattori decisivi per rendere lo studente protagonista del proprio apprendimento
Mario Malizia
La scuola di qualità, afferma Piero Romei, è quella in grado di dichiarare a priori gli standard degli esiti attesi e di progettare, quindi, dettagliatamente il processo di insegnamento ritenuto più adatto a realizzare il conseguente apprendimento degli alunni, definito “significativo”. A questa tipologia di scuola occorrono docenti dotati di competenze professionali in grado di metterli nelle migliori condizioni per svolgere l’insegnamento in modo intenzionale, sistematico e scientifico,
- analizzando il contesto nel quale operano per rilevare le problematicità, le opportunità, le risorse disponibili;
- progettando i processi di formazione e di apprendimento sulla base dei profili degli studenti e dei documenti costitutivi del servizio scolastico (Indicazioni Nazionali per il Curricolo del 1° Ciclo d’Istruzione e dei Percorsi liceali; Assi culturali; Linee Guida per gli Istituti Tecnici e Professionali) e, quotidianamente, le attività didattiche da proporre agli alunni;
- organizzando, di volta in volta, il contesto nel quale svolgere le attività didattiche, tenendo in considerazione le necessità dettate dalle teorie che sostengono scientificamente gli apprendimenti da realizzare (epistemologia delle discipline interessate) e le caratteristiche di apprendimento di ognuno degli alunni (psicologia dell’apprendimento);
- padroneggiando l’impianto epistemologico delle discipline d’insegnamento, i loro metodi di indagine, le strategie metodologico-didattiche che permettono agli alunni di maturare apprendimenti significativi e giungere alla conquista della metacognizione;
- praticando una ricca diversificazione didattica in grado di consentire a ciascun alunno di avere le occasioni di apprendimento a misura delle proprie possibilità, dei propri stili di apprendimento, delle intelligenze che meglio li caratterizzano (H. Gardner);
- attuando una comunicazione efficace (dialogo; discussione; brainstorming; confronto; manifestazione di proposte, idee, punti di vista) in grado di creare le migliori condizioni perché ogni alunno possa avere l’opportunità di ricevere risposta ad ogni sua perplessità, ad ogni dubbio, ad ogni incertezza e di percepirsi protagonista del proprio apprendimento e della propria formazione. Proprio questa particolare competenza consente al docente di utilizzare la propria intelligenza emotiva; entrare in sintonia con gli alunni; farsi carico dei loro problemi; farsi percepire come soggetto disponibile a fornire il proprio aiuto e, quindi, a limitare, se non ad impedire il fenomeno degli abbandoni e, quindi, della dispersione scolastica;
- utilizzando il linguaggio e gli strumenti digitali sia per la progettazione, la ricerca, la documentazione sia per la didattica quotidiana, in modo da consentire ai propri alunni di operare mediante i dispositivi di cui si servono quotidianamente per le loro necessità e di avere l’opportunità di educarsi ad un uso scientifico di essi; ad un uso consapevole e rispettoso dei diritti degli altri;
- tenendo sotto monitoraggio la propria attività, da quella analitica a quella progettuale; da quella organizzativa a quella didattica e comunicativa, utilizzando gli strumenti della verifica e della valutazione che, come vedremo in questo stesso testo, assumono un enorme valore per la rilevazione delle problematicità, per la compensazione delle difficoltà di apprendimento e, soprattutto, per capire cosa e come agire per evitare o, almeno limitare, il fenomeno della dispersione scolastica.
La professionalità docente assume, quindi, una rilevanza sostanziale sia per l’apprendimento degli studenti che non registrano particolari problemi, sia per gli studenti che, invece, ne presentano molti e diversificati e che generano sempre un disagio più o meno accentuato che, spesso, fa avvertire a questi soggetti di non trovarsi nel posto più adatto e dà vita al tanto diffuso bullismo ed anche all’abbandono scolastico.
Una professionalità fondata su specifiche conoscenze antropologiche e psicopedagogiche, oltre che disciplinari, unite alla disponibilità per la collegialità ed il dialogo con tutto il personale della scuola in cui si opera, può consentire una più attenta progettazione delle attività didattiche ed una conduzione delle stesse capaci di rispettare le esigenze di ogni alunno e produrre effetti positivi non solo nella qualità dell’apprendimento, ma anche e soprattutto nella nascita e nella conservazione della motivazione e creare le condizioni ottimali perché gli alunni stiano bene nel contesto scolastico, percepiscano il rispetto che si aspettano, si sentano protagonisti e non desiderino privarsi delle occasioni che una scuola organizzata e scientificamente condotta può loro offrire.